30 Set 2014
Quando ci si trova di fronte al banco frigo di un supermercato e nella lista della spesa è segnato del generico “Parmigiano Reggiano” da acquistare, in base a quali parametri si sceglie il prodotto che fa al caso proprio?
C’è innanzitutto chi fra le diverse tipologie a disposizione si fa allettare dal prezzo, scegliendo perciò i prodotti che di volta in volta sono in offerta o che risultano più economici. Vi sono poi gli appassionati che preferiscono optare per alternative ricercate, ad esempio il Parmigiano Reggiano di un particolare caseificio, di montagna oppure prodotto con latte di vacche rosse.
E infine c’è chi dà la priorità alla durata della stagionatura: e fra 12, 24 e 36 mesi, per non dire poi delle stagionature superiori, c’è una bella differenza!
La stagionatura minima per questo formaggio a pasta dura è di un anno, molto superiore rispetto alla maggior parte delle altre specialità casearie italiane, ma nonostante questa lunga attesa prima di poterlo gustare il Parmigiano Reggiano 12 mesi è ancora “giovane” in termini di profumi e sapori.
All’analisi olfattiva e gustativa questo formaggio richiama ancora per certi versi il profilo organolettico latte fresco, pur con una buona sapidità che tuttavia non si discosta mai dalla dolcezza. Altra caratteristica distintiva è la consistenza morbida della stagionatura minima del Parmigiano Reggiano, che lo rende ideale come formaggio da tavola e come alimento sia per i bambini che per gli anziani.
Per quanto riguarda gli abbinamenti, non c’è limite agli impieghi in cucina di questo Parmigiano Reggiano: lo si potrà impiegare ad esempio per la preparazione di antipasti misti ed insalate, ma anche come delicato ripieno di pasta fresca o di specialità al forno. Ricordiamo infine che tra gli accostamenti più riusciti di questo formaggio tipico emiliano c’è quello con mostarde di frutta, frutta secca e frutta fresca come pere ed uva.
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