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Perchè l’Amarone è tra i migliori vini italiani

L’Italia è senza ombra di dubbio, sia quantitativamente che qualitativamente, il paese leader al mondo nella produzione di vini. Ogni anno al Vinitaly a Verona si stringono accordi milionari di fornitura con compratori dall’estero che fanno a gara per accaparrarsi i vini italiani. Nono stante alcuni paesi come la Francia si attribuiscano questo primato, nonostante la crescita più numerica che qualitativa di paesi come la Cina, il nostro Paese rimane saldamente al comando nella produzione enologica.

Ma, come in tutte le famiglie, alcuni vini sono più richiesti di altri. I motivi sono i più diversi: tradizione storica, un’attività di promozione e di marketing (magari mirata all’estero) iniziata prima di altri, vette qualitative superiori alla norma, eccetera.

Tra i “re” dei vini italiani bisogna ricordare il Chianti, il Barolo, spumanti come il Franciacorta. Ma tra tutti il vino più esportato nel mondo è il vino Amarone della Valpolicella.

Il motivo? Il numero limitato nella produzione e il rigido disciplinare che lo regola. Il consorzio della Valpolicella, infatti, ha imposto regole molto strette per chiunque voglia produrre Amarone: dalle condizioni climatiche a quelle di vendemmia, dalla cantina fino alla delicata fase dell’appassimento.

Molti produttori, nonostante abbiano i vigneti in Valpolicella, desistono dal produrre Amarone proprio perché consapevoli di non poter rispettare il disciplinare di produzione. Chi percorre questa strada, però, dà vita ad uno dei vini più buoni al mondo, capace di toccare vette qualitative irraggiungibili quando l’annata è buona (come lo storico successo del 2000). Ma anche quando, come nel 2017, il meteo è a sfavore la differenza tra una cantina e l’altra si fa sentire, facendo emergere chi ha alle spalle una cultura storica dell’Amarone.

Nato come un errore, oggi produrre Amarone è una scelta: da quella delle uve migliori, al legno per il lungo appassimento, sulla cui durata ogni cantina sviluppa una sua teoria.

Il risultato? Un vino robusto, dai colori vivi, capace di sprigionare profumi complessi e fini dal suo bouquet. Spiccano frutti rossi, spesso maturi ma anche sotto spirito, il miele derivato dall’affinamento in botte di legno e tutta una serie di aromi terziari tipici di ogni cantina. Inutile dire che ogni enologo ha i suoi segreti che custodisce gelosamente.

Sicuramente un vino da intenditori, non adatto a un aperitivo estivo per intenderci. Ma se non l’avete mai fatto, allora provate uno dei tanti ecommerce di vendita dei migliori vini italiani e non ve ne pentirete. Ogni centesimo sarà ben speso.

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